Ottavo e ultimo appuntamento del ciclo “Sport, valori e inclusione sociale”.
8 marzo 2021, ore 17:00 (modalità online)
Dialogo con Pierpaolo Triani (pedagogista e direttore del Centro studi per l’educazione alla legalità presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore) e Lucilla Andreucci (ex maratoneta, oggi referente di Libera Sport) ci aiutano a comprendere come lo sport possa educare alla legalità.
Molti i punti in cui i nostri ospiti si sono trovati concordi; fin dalle prime battute, infatti, entrambi hanno sottolineato il grande potenziale dello sport, capace di trasmettere ai ragazzi valori preziosi come quelli della legalità, del rispetto, dell’accettazione di sé, dell’altro e dei propri limiti.
Il contrasto dell’illegalità – hanno sottolineato tanto Pierpaolo Triani quanto Lucilla Andreucci – inizia dalla cultura, dalla giustizia e dalla verità e il processo di prevenzione avviene solo grazie all’informazione, tenendo a mente la forza e l’importanza del “noi”. È proprio questo lo scopo di Libera, realtà che raccoglie una pluralità di associazioni accomunate dal desiderio di tenere vivo il ricordo delle vittime di ingiustizia e di promuovere una cultura della responsabilità e dell’impegno civile. Obiettivo a cui sono diretti anche gli sforzi del Centro Studi per l’educazione alla legalità.
Nel corso del dialogo, Pierpaolo Triani ci ha spiegato come lo sport rappresenti un importante dispositivo formativo, assieme alla famiglia e alla scuola. Esso, infatti, favorisce un processo di disciplinamento in cui la persona fa i conti sia con se stessa e per se stessa, sia con gli altri che per gli altri.
Il dialogo potrà essere seguito sul nostro canale Youtube al seguente link e su Facebook Istituto Jacques Maritain
Approfondimenti
Lo sport, come sottolineato dai nostri ospiti, consente di sperimentare la forza regolativa e generativa delle norme; e questo è possibile proprio perché le norme svolgono bene la loro funzione solo nel momento in cui pensano alla salvaguardia di tutti (dunque se rispondono a una logica di vera inclusione). Gli educatori, gli allenatori e i genitori devono essere in grado di far comprendere il senso liberante delle regole, preziose proprio perché consentono di giocare (di vivere) bene assieme.
Il senso della pratica sportiva, in campo educativo, è quello d’essere dispositivo capace di promuovere uno sviluppo integrale della persona, anche e soprattutto attraverso la fatica. Lo sport educa infatti al gusto della fatica sensata. Lo sa bene l’ex maratoneta, che tanti chilometri di fatica ha percorso nella sua carriera. Proprio per questo è convinta che tanto più il paese sarà sportivo tanto più sarà educato.
Nelle battute conclusive dell’incontro Lucilla Andreucci si è detta sicura che lo sport, proprio perché è in grado di accorciare le distanze, sarà fondamentale per poter ricostruire una società che si abbraccia, per poter tornare a guardarci negli occhi senza avere paura. Ne siamo convintiti anche noi!
Questo periodo di pandemia, che ha costretto gli sportivi ad un momento di pausa, può essere pensato anche come una grande occasione di riflessione: viviamo un tempo di fatica, in cui si perde molto, ma si impara anche molto. Un tempo, soprattutto, nel quale comprendiamo il vero valore dello sport attraverso la sua mancanza. Approfittiamone, dunque, per capire cosa chiedere allo sport e come viverlo al meglio, così da trasformare il suo potenziale in una realtà realmente educativa.
Per approfondire questi temi e scoprire a fondo le figure dei nostri ospiti, riflettendo ancora meglio sul valore dello sport per l’educazione alla legalità, vi lasciamo qui il video completo dell’incontro!
Locandina dialogo