L’istituto Jacques Maritain e il Comune di Muggia promuovono un ciclo di 4 appuntamenti pubblici per promuovere una maggior consapevolezza dei “valori in gioco”.
Lo sport rappresenta un veicolo formativo capace di incidere in profondità sugli stili di vita e sui modi di pensare delle persone. Con uno slogan potremmo dire che lo sport è una grande palestra di vita ma, questo il punto, deve essere una palestra capace di capitalizzare le virtù e di assicurare la vita buona.
Affinché ciò non sia solo un auspicio – o, peggio, un cliché retorico – è però necessario affinare gli strumenti necessari: conoscenza dei fenomeni, intelligenza del loro potenziale, capacità di attivare dinamiche di condivisione e di crescita culturale, investimento culturale nell’educazione delle nuove generazioni.
Ma cosa può insegnare la pratica sportiva?
Potenzialmente molto. Può veicolare il valore della disciplina e l’importanza della tenacia per conseguire risultati importanti, promuovere l’amicizia e una cultura di ospitalità e di pace, sostenere e incrementare il senso di autoefficacia, educare a saper vincere senza arroganza e a perdere senza umiliazione. Affinché ciò accada realmente è però necessario che tale ruolo educativo sia riconosciuto e incoraggiato. Se ciò non avviene, se cioè manca la consapevolezza del ruolo formativo dello sport, quest’ultimo corre il serio rischio di favorire il diffondersi di valori negativi. Questo accade, ad esempio, quando la componente agonistica, elemento fondamentale della pratica sportiva, prende il sopravvento sull’insieme di valori veicolati dallo sport. Vincere diventa così l’unica cosa che conta, ciò a cui ogni altro fattore deve essere subordinato, e questo apre la strada a tutta una serie di comportamenti e pratiche palesemente antisportive (doping in primis).
Se quello che conta è soltanto la vittoria, allora tutto ciò che mi permette di primeggiare diventa lecito (anche la frode). E, per altro verso, se il valore di uno sportivo si misura solo in termini di risultati, quando questi non arrivano poco conta che si sia dato il massimo, che ci si sia impegnati a fondo. In tale contesto l’altro non è più l’avversario, il compagno di viaggio che mi consente di praticare l’attività amata e di esprimere al meglio il mio potenziale; l’altro diviene il nemico da sconfiggere, l’ostacolo da rimuovere. L’esasperazione della dimensione agonistica, svincolata da un articolato contesto valoriale che ne argini le derive violente e discriminatorie, conduce quindi al prevalere di una logica della “vittoria a tutti i costi” all’interno della quale non vi è spazio per i vinti.
Riconoscere il valore pedagogico dello sport, favorendo pratiche che ne valorizzino il ruolo formativo nello sviluppo morale della persona, significa inoltre valorizzare il legame tra sport e inclusione sociale. Proprio quest’ultimo aspetto merita una particolare attenzione: è lecito – e, se sì, in che termini – parlare di competizione responsabile? I “vinti” possono rappresentare esempi educativi “di successo”? E ancora: c’è spazio, nello sport come in società, per “gli scarsi”?
Programma
Ciclo di 4 appuntamenti pubblici:
- Le virtù nello sport
(18 maggio 2017, ore 20) - Il gusto delle sfida
(22 giugno 2017, ore 20) - Le regole del gioco
(19 ottobre 2017, ore 20) - Uno sport per tutti
(23 novembre 2017, ore 20).
Destinatari dell’iniziativa saranno soprattutto le società sportive (allenatori e dirigenti), giovani atleti e le loro famiglie, il mondo dello sport amatoriale, insegnanti e studenti.
Hanno aderito all’iniziativa: Maurizio Baglini (pianista, maratoneta amatoriale), Lorenzo Bernardi (ex pallavolista, allenatore), Luca Bianchi (sociologo), Marcella Bounous (psicologa dello sport), Igor Cassina (ex ginnasta, allenatore), Laura Fogli (ex maratoneta), Massimo Giacomini (ex calciatore, allenatore), Luca Grion (filosofo morale), Josefa Idem (ex canoista), Vincenzo Maenza (ex lottatore), Sara Simeoni (ex altista), Bruno Pizzul (ex calciatore, giornalista), Gianmarco Pozzecco (ex cestista, allenatore), Tommaso Reato (ex rugbista, formatore), Simone Ruffini (nuotatore), Giusy Versace (velocista paralimpica), Valentina Vezzali (ex schermitrice).
Locandina Quale sport per i nostri figli?